I veterani giornalisti italiani giuliano ferrara marco travaglio si sono impegnati questa settimana in un’aspra guerra verbale dopo che una vignetta offensiva sugli ebrei è apparsa sul quotidiano di Travaglio, Il Fatto Quotidiano .La vignetta dell’artista Mannelli raffigura il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che indossa una kippah con la didascalia “L’ebreo (err)ante“Ferrara , fondatore e direttore del quotidiano conservatore Il Foglio , ha attaccato duramente Travaglio e Il Fatto per aver pubblicato quella che ha definito una caricatura antisemita.
«L’antisemitismo alla carbonara delle vignette del Fatto svela il volto di un giornale carceriere di intelligence e satira», ha scritto Ferrara in un feroce articolo di prima paginaHa accusato Travaglio, il caporedattore del giornale, di essere un “fascista di destra e un editorialista di giochi di parole“.Ferrara ha continuato descrivendo Il Fatto come uno “straccio“ e “piccolo organo di russificazione delle menti e dei cuori pulsanti delle brutte persone che lo circondano“Ha affermato che le “vignette del Terzo Reich“
del giornale hanno reso facile per “gli opinionisti contrari agli ebrei” trovare “illustre complicità”
.In risposta, Travaglio liquidò l’indignazione di Ferrara, chiedendo sarcasticamente se Ferrara pensasse di aver disegnato lui stesso la vignetta.«Spiegare le barzellette a chi non le capisce è già triste, ma spiegare le vignette altrui a chi non le capisce è inutile», ha scritto Travaglio .
.Poi ha attaccato i passati legami di giuliano ferrara marco travaglio con la CIA, scrivendo: “Mi dispiace che Ferrara non accetti più soldi dalla CIA per fare la spia – ha detto lui stesso – altrimenti glielo avrebbero spiegato i suoi amici americani“.La faida ha le sue radici negli anni ’80, quando Ferrara era un membro del Partito Comunista Italiano (PCI) e Travaglio era uno studente attivista.
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Ferrara in seguito lasciò il PCI e si unì al Partito Socialista Italiano (PSI), diventando un parlamentare europeo. Negli anni Novanta, Ferrara è stato ministro nel primo governo di Silvio Berlusconi prima di fondare Il Foglio. Travaglio, nel frattempo, è emerso come un importante crociato anti-corruzione e critico di Berlusconi.
I due si sono scontrati ripetutamente nel corso degli anni, con Ferrara che accusava Travaglio di essere un “fascista di destra“ e Travaglio che prendeva in giro i legami di Ferrara con la CIAIl loro ultimo battibecco riflette le profonde divisioni ideologiche nella politica e nei media italiani.Il Foglio di Ferrara
è un giornale fermamente conservatore che ha difeso i valori giudaico-cristiani e si è opposto all’estremismo islamico dopo l’11 settembreIl Fatto Quotidiano , d’altro canto, è un tabloid scandalistico di sinistra che è stato una spina nel fianco dell’establishment
.La controversia sulle vignette arriva in un momento di crescente antisemitismo in Italia e in Europa in senso più ampio. Un recente sondaggio ha rilevato che quasi un quarto degli italiani ha opinioni antisemite, con l’estrema destra in particolare a preoccupare. I critici affermano che la vignetta gioca con i vecchi stereotipi antisemiti, ritraendo gli ebrei come degli outsider e Netanyahu come una caricatura.
I difensori sostengono che si tratti di una critica legittima delle politiche israeliane e del governo di destra di Netanyahu.In definitiva, l’episodio mette in luce la natura sempre più polarizzata e al vetriolo della politica e dei media italiani. Mentre la guerra di parole tra Ferrara e Travaglio infuria, gli ebrei del paese si chiedono se la loro sicurezza e protezione siano usate come palloni da calcio politici.
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